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Cosa desideriamo dalle nostre vacanze? Cosa vogliamo davvero? Una domanda che fin troppo spesso non ci poniamo abbastanza, o almeno non nel modo in cui dovremmo. A tutti piace viaggiare – chi più, chi meno – c’è sempre una sorta di leitmotiv alla base del viaggio stesso. C’è chi ama visitare nuovi posti, scoprire altre culture, rimanere estasiato dal modo di vivere di altri paesi. Ma è anche vero che ormai organizziamo i nostri viaggi in modo diverso rispetto al passato.

Ed è qui che ci chiediamo: organizzare le vacanze con l’intelligenza artificiale è possibile? Finora ne abbiamo magari solo sentito parlare, sicuramente in modo approssimativo, come tutte le innovazioni che in qualche modo toccano noi esseri umani. Per chi si sta chiedendo “cosa vedere a…” dove quei punti di sospensione assumono diverse casistiche, da Londra a Bali, ecco che in nostro aiuto ci viene proprio l’intelligenza artificiale. Come? Ve lo diciamo noi.

Vacanze e intelligenza artificiale: i cambiamenti nel settore del turismo

Quando pensiamo a una vacanza, vogliamo alla fine sempre la stessa cosa: deve essere unica, speciale. Abbiamo, alla fine, un unico obiettivo: stare bene con noi stessi. Metterci a nostro agio e darci la possibilità di scoprire nuovi luoghi, territori, di immergerci davvero nella cultura di un posto.

Pensando poi al concetto di “turismo” nudo e crudo, nel corso delle epoche gli esseri umani hanno assistito a cambiamenti incredibili. Oggi, sì, ci sono i voli low cost, le strutture ricettive economiche, ma è sempre stato così? No, in realtà. I viaggi, infatti, hanno assunto spesso un significato importante in base alle epoche.

Un tempo si parlava di vacanze-studio dei giovani aristocratici, e se ne parla ancora oggi, ma in una veste semplicemente diversa, adatta ai nostri tempi. “Per la stessa ragione del viaggio, viaggiare“, ed è così che tutto ha assunto un significato diverso. Chiunque, nel proprio “piccolo”, ha bisogno di vedere luoghi, di esplorare posti. Di darsi un’opportunità di crescita.

Per questo motivo, abbiamo voluto porre l’accento su una questione che negli ultimi tempi sta toccando un po’ tutti: l’intelligenza artificiale. Come può rivoluzionare questo settore, che notoriamente è uno dei più soggetti all’evoluzione umana? Semplice. Può farlo essendo un punto di riferimento, un sostegno, un supporto nell’organizzazione del proprio viaggio.

Perché l’intelligenza artificiale rivoluzionerà il settore del turismo

Alziamo le mani, non è un mistero: la tecnologia ha già avuto un impatto – e non da poco – sul turismo. Anzi, è proprio la tecnologia che ha cambiato in modo netto il nostro modo di viaggiare. Quanti di noi – realisticamente – ormai si affidano alle agenzie di viaggi, a favore di piattaforme low cost?

Navighiamo sul web: tutte le generazioni, ormai, sono smart, aperte al “nuovo”. Non c’è un ritorno al passato, ma c’è l’evoluzione verso il futuro: un mondo attraverso la quale possiamo pianificare persino le nostre vacanze senza il minimo dubbio.

Hearth.travel, il punto di riferimento per viaggi senza limiti

Una vera e propria rivoluzione l’ha compiuta una startup, ovvero Hearth.travel, che ha scelto di puntare a un futuro più smart, lavorando a un progetto davvero interessante. Ha scelto di investire, infatti, sui modelli linguistici di OpenAI, dando un’occasione concreta ai viaggiatori di cercare informazioni su una meta, magari puntando a più argomenti, come il meteo, l’orario, gli interessi dell’utente. Le variabili sono così tante che è impossibile stabilirle tutte.

L’intelligenza artificiale, così, diventa un supporto prezioso per analizzare le richieste degli utenti, eliminando di fatto la ricerca per tag o parole chiave. Torniamo alla domanda principale: “Cosa vedere a…”, dove quei puntini di sospensione riguardano il mondo intero. Ma c’è di più: l’intelligenza artificiale è in grado comunque di recepire i nostri gusti e interessi in base alle domande da noi poste.

Hearth.travel ha scelto, però, di fare un passo in avanti. Tutti noi possiamo recensire online, scrivere contenuti, dare consigli sulle cose da fare o da vedere in un determinato posto. Per incentivare l’informazione – e contrastare invece la disinformazione – la piattaforma ha investito un una sorta di modello in stile Spotify: i consigli dei loro contributors vengono infatti ricompensati in base alle view dei loro consigli, che vengono conteggiate sul numero di volte in cui l’AI li utilizza per dare suggerimenti preziosi alle persone in cerca. Non si dà valore solo alla macchina: questo è il segreto. La macchina riconosce sempre il valore delle persone. Anche e soprattutto quando è il momento di caricarsi lo zaino in spalla ed esplorare una nuova meta.

Mario Verdi