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Tra i boschi e gli ulivi che segnano il confine tra la Toscana e l’Umbria, a pochi chilometri da Cortona, c’è un agriturismo dove le giornate scorrono tra colazioni preparate in casa, spazi aperti e incontri sinceri. È Parco Fiorito, un antico convento del Cinquecento trasformato dalla famiglia Russo in una dimora di accoglienza.

Chi cerca un agriturismo nella quiete di Cortona scopre presto che questo casale del Cinquecento custodisce un’anima rara, capace di accogliere e sorprendere. Ogni angolo racconta una storia, eppure niente appare artefatto: l’atmosfera è quella genuina di una dimora rurale che ha saputo rinnovarsi senza tradire le proprie radici.

Tra storia e natura: il fascino discreto del Parco Fiorito

Il cuore del Parco Fiorito è un antico convento che il tempo ha reso solido e affascinante, riportato alla luce grazie a un restauro durato un anno e mezzo. L’edificio conserva l’impronta del Cinquecento, e all’interno le camere accolgono gli ospiti con spazi luminosi, arredi curati e comfort moderni.

All’esterno, i pascoli e le coltivazioni accompagnano lo sguardo fino alle colline. Nei dintorni, i sentieri sono perfetti per chi ama camminare, fermarsi davanti a una chiesa o perdersi tra i vicoli di Cortona. La natura diventa compagna di viaggio, ma anche maestra: una passeggiata al tramonto, tra i profumi delle erbe selvatiche, vale più di mille itinerari organizzati.

Chi desidera alternare passeggiate e relax trova nel centro benessere del Parco Fiorito un rifugio. Bagno turco, docce emozionali, piscina e palestra attrezzata regalano momenti preziosi in cui corpo e mente si riconciliano. L’accoglienza si avverte anche qui: nessun supplemento per chi soggiorna nelle suite, segno di un’attenzione che non dimentica il piacere dell’ospite.

La tavola come esperienza di viaggio

Se la natura disegna il paesaggio esterno, è la cucina a restituire i colori e i sapori più intensi di questo agriturismo. Claudia e Roberto Russo hanno trasformato la sala in un laboratorio di emozioni gastronomiche. Accanto al grande camino che illumina le serate d’autunno e inverno, o sotto la pergola fresca nelle giornate estive, il rito del pasto è un momento di incontro e scoperta.

I piatti nascono da ingredienti selezionati con cura: prodotti biologici e stagionali. La fedeltà alla tradizione non esclude la ricerca: interpretazioni personali e accostamenti inaspettati arricchiscono il menu, senza mai perdere il contatto con la semplicità che contraddistingue la cucina umbro-toscana.

Per chi vuole andare oltre l’esperienza del gusto, il Parco Fiorito organizza corsi di cucina per entrare in relazione con la cultura del territorio. Impastare, assaggiare, ascoltare i racconti di chi conosce a fondo la materia prima è un modo per portarsi a casa un frammento autentico di questa terra.

E poi c’è la colazione, momento che molti ospiti ricordano con nostalgia. Le torte fatte in casa, servite al primo piano del casale, hanno il potere di trasformare un inizio di giornata in un ricordo indelebile. Un dettaglio che rivela l’anima della struttura: semplice, calorosa e sorprendentemente raffinata.

L’ospitalità come valore

Ogni luogo racconta qualcosa di chi lo abita. Al Parco Fiorito l’ospitalità non si misura solo nei servizi, ma soprattutto nelle persone. Roberto Russo, proprietario e anima della struttura, accoglie gli ospiti con un entusiasmo raro. Gentiluomo appassionato, capace di passare dalla musica alla storia dell’arte con naturalezza, rende la conversazione durante le colazioni un’esperienza tanto piacevole quanto inaspettata.

Chi ha soggiornato qui parla spesso di un’attenzione che va oltre il dovere. Ed è la passione a rendere ogni gesto indimenticabile: un consiglio su un itinerario nascosto, un aneddoto raccontato davanti a un bicchiere di vino, la cura per i dettagli che sfuggono a un occhio distratto. È questa umanità a distinguere il Parco Fiorito da molte altre strutture. In fondo, l’essenza dell’agriturismo è proprio questa: non è un hotel anonimo, ma un luogo in cui le relazioni contano quanto il paesaggio. Qui si intrecciano storie di viaggiatori e di chi ha scelto di custodire e far vivere un pezzo di campagna toscana e umbra.

Chi riparte porta con sé molto più di un ricordo fotografico. Rimane la sensazione di aver trovato un rifugio dove la bellezza è vissuta, dove l’ospitalità ha ancora un volto umano, dove il benessere non è un lusso, ma un modo naturale di abitare il tempo. E questo, forse, è il dono più prezioso di una vacanza al confine tra la Toscana e l’Umbria.

Mario Verdi